giovedì 24 marzo 2011

Apriamo il Baule....



PRESS: "CITTA' DELLA SPEZIA" quotidiano online

Visibì, pezzi di vita a ritmi folk. E un disco per sognare



La Spezia. Un anno di lavoro fra concerti e studio, fino alla posa della prima pietra. Perché un disco è pur sempre un'opera intellettuale e come tale va affinata in tutte le sue sfaccettature, curandone gli aspetti più minimali, anche quelli invisibili ai più.
CDS incontra i Visbì, la band folk che fra l'estate 2010 e la nascente primavera ha conquistato un pubblico sempre più presente, fidelizzandolo in ogni contesto, in ogni espressione delle loro performance. Venerdì è il giorno più importante, quello della presentazione ufficiale del loro primo disco in una serata speciale ospitata dal Circolo Arci Shake.
Loro lo chiamano 'baccano bifolko', fra il serio e il faceto, giusto per identificare sì, ma senza etichette. E' una storia che sarebbe recente se non si conoscesse l'evoluzione musicale degli artisti che compongono questo quartetto, nato alla Spezia ma con lo sguardo proiettato ovunque, con la curiosità e il senso critico, con la 'patchanka' musicale che nella realtà fonda i pensieri, gli ideali di una vita.
Intervista dicevamo, nella quale Alessandro, Massimo, Riccardo e Gianmaria raccontano la genesi di una nuova storia che aspira a scrivere pagine per lungo tempo. Rigorosamente nelle funamboliche atmosfere folk di ciò che propongono.
Nasce il disco Visibì, coordinato grafico inappuntabile, nello stile più consono a chi vive, mangia, produce dentro il popolo. Dicevamo che la storia parte da lontano, da quando da giovanissimi nacque quel fermento, quel bisogno naturale di suonare, di esprimersi, di esporsi nel modo più naturale. Così Massimo Artino, che nell'ensamble suona il basso elettrico: "Sono tanti anni che Richi, Ale ed io suoniamo insieme, abbiamo condiviso tante esperienze musicali, tanti stili, tanti musicisti diversi. Ogni esperienza ci ha lasciato qualcosa, non si rinnega niente del passato. Con l'arrivo del formidabile fisarmonicista Gianmaria Simon abbiamo consolidato uno stile che da qualche tempo ci aveva conquistato, il folk. Perchè "baccano bifolko"? Uniamo alle melodie ed agli arrangiamenti folk mediterranei una ritmica in battere ed estremamente dinamica, tutta da ballare. Visibì è un bellissimo progetto, fatto da quattro amici che percorrono un'unica strada, non sappiamo dove questa ci porterà e sinceramente non mi aspetto proprio niente, voglio solo divertermi e, se ci riesco, far divertire la gente che viene ad ascoltarci".
La fisarmonica, ovvero lo strumento solista di questa formazione. Gianmaria, nel gusto musicale e nelle sembianze provenzali, incarna il finitore, colui che suggella un insieme con il talento dei pochi, con quella maestria che rende 'tutto più rotondo' e che permette la contaminazione fra i generi, che è poi la forza dei Visibì: "Quando sono entrato per la prima volta nel bunker - spiega Gianma - e Riki ha iniziato a suonare Juri alla terza nota avevo già capito che c'erano uno spessore e una qualità rari da incontrare. I pezzi che sono seguiti hanno confermato e rafforzato questa mia prima sensazione... abbiamo iniziato a suonare insieme e tutto è stato facile e naturale, i riff di fisarmonica sono venuti fuori senza sforzo e il suono dei Visibì ha preso immediatamente forma e consistenza".
Lo stile del disco e il book che lo accompagna ricalcano fedelmente quello che alla fine esce dalle cuffie, quando ti metti all'ascolto: "E' il risultato di questo incontro, di questo scambio, abbiamo messo tutto sul tavolo e lo abbiamo condiviso come si fa in un pranzo fra amici, questo sono i Visibì per me" - continua Gianmaria.
I brani sono di Riccardo D'Ambra, storico cantante degli Oltremodo (una band che in qualche modo segnò la scena spezzina dei primi anni '90), ancora una volta front-man e chitarrista. Un animale da palco, uno che ha molte cose da dire, messaggi da mandare, senza un ordine, con la forza dei valori: "Visibì per me è innanzitutto amicizia, poi è gioco ed è anche la mia droga preferita. Non riesco a stare troppo a lungo senza insinuare la mia chitarra nelle ritmiche gagliarde di Ale, senza accompagnare il mio cuore alle linee di basso di Massi, senza ubriacarmi con le frasi di fisa del Jamma. Visibì per me è come la vigna per il contadino, dura da coltivare, ma il vino viene buono".
La chiosa spetta ad Alessandro Artino, il batterista: "La verità è che noi ci crediamo in quello che facciamo e vorremmo suonare ovunque è possibile. Il rapporto col pubblico è stato amore a prima vista: non c'è stato bisogno di spiegare niente, la gente si è sentita coinvolta fin dalla prima uscita. Noi ci mettiamo passione e sudore, loro devono solo goderne come si onorerebbe una damigiana piena di vino novello. Abbiamo un sito-blog, aggiornato continuamente, raggiungibile all'indirizzo visibifolk.blogspot.com. Invito a visitarlo, perché oltre alle date dei concerti, emerge la filosofia del gruppo. Vamos Visibì".

30/03/2011 19:33:32
Fabio Lugarini © RIPRODUZIONE RISERVATA